Dal 21 al 24 marzo si è tenuta a Roma la VI fiera internazionale per l’edilizia e l’architettura. C’è una particolarità che contraddistingue la moderna infrastruttura inaugurata nel 2006: non esiste un collegamento diretto con la Stazione Termini. La nuova Fiera di Roma si trova sulla tratta che porta all’aeroporto di
Fiumicino e può essere raggiunta solo a partire dalla Stazione di Roma Ostiense, a sua volta mal servita dalla linea “B” della metropolitana: bisogna scendere alla fermata “Piramide” e percorrere a piedi circa 400 metri. Uscito dalla metro mi avvicino ad una sorvegliante dell’Atac, l’unica del drappello appena protesa fuori del gabbiotto. “Scusi….” – vado per chiedere
– “Attraversi tutto il mercato qui fuori e poi vada a destra” – risponde senza neanche farmi finire. Presumo ci sia da stancarsi a fornire decine di volte la medesima informazione. E dei cartelli di indicazione, no? Comunque facendomi largo tra extracomunitari, scarpe, vestiario, accessori e gingilli vari, effettivamente mi ritrovo sulla destra
una discesa pedonale dalla destinazione ignota se non fosse per un’anonima tabella con la scritta “METRO”. Metro? Scoprirò poi che porta anche alla stazione ferroviaria agognata. I disagi logistici non terminano all’arrivo, dopo circa 20 minuti di treno: la fermata “Fiera di Roma” si trova a circa mezzo chilometro dall’ingresso più vicino. Inoltre per scendere sullo spiazzo ad un livello più basso, si deve attraversare la linea ferroviaria salendo su una passerella alta. Per i visitatori di solito si predispone una navetta. E magari costruire i padiglioni più vicini alla fermata ferroviaria, no? Sembra che nel realizzare opere così importanti, non senza gran dispendio di risorse pubbliche, si perdano di vista aspetti banali ma cruciali. Si tratta di piccoli disagi, cui noi italiani in fondo siamo per natura abituati prima ancora che rassegnati. Eppure: cosa c’è di più importante, per una qualsiasi infrastruttura fieristica con ambizioni internazionali, della facilità, della semplicità, della rapidità con la quale può essere raggiunta dai visitatori?
Una volta in fiera mi sorprende scoprire che i padiglioni utilizzati per l’evento sono solo 2 in luogo dei 5 di pochi anni fa. A questi si aggiunge l’area all’aperto presidiata dai tipici sollevatori telescopici svettanti, e l’area dimostrativa, occupata da macchine per lavori stradali e movimento terra, messe in moto di tanto in tanto per fini promozionali. Se l’edizione
2013 di Expoedilizia risente fortemente della contrazione economica del settore, al tempo stesso sembra rivelare quali sono le specializzazioni di crescente interesse e potenziale espansione: l’isolamento termico e acustico delle abitazioni, il risparmio energetico e le fonti alternative, l’economia e la potabilizzazione dell’acqua, la bioedilizia e l’impiego strutturale del legno, il recupero dei fabbricati esistenti con riguardo agli aspetti estetici oltre che antisismici, la sicurezza nei lavori edili, la progettazione del verde o del paesaggio urbano.
Tra gli altri espositori, la Italcementi Group ha presentato una innovativa soluzione capace di rendere più confortevole e sicura la guida nelle gallerie stradali. Il suo ramo ricerca e sviluppo ha concepito un materiale applicabile a spruzzo sulle volte delle gallerie. Autopulente, da un lato renderebbe le gallerie più chiare, dall’altro, grazie a principi catalitici attivati da una specifica illuminazione ultravioletta, sarebbe capace di ridurre il tenore degli inquinanti atmosferici del 25%. Ad esso è associabile l’impiego sull’asfalto di una miscela cementizia, facilmente spalmabile, che migliorerebbe la resistenza e la durata del manto stradale (riducendo gli interventi manutentivi), aumentando ancora la luminosità complessiva dell’ambiente. Nella speranza che anche la situazione sociale, economica e politica dell’Italia possa diventare più chiara e radiosa di quella attuale, arrivederci alla prossima edizione, che si terrà dal 20 al 23 marzo 2014.

Piani tavolo composti di marmi diversi presso lo stand dell’azienda Cardoni di Guidonia Montecelio (Roma).